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ENERGIA E PROSPETTIVE GIURIDICHE

Avv. Vito CITO

L’energia rinnovabile come bene della vita nella costituzione italiana. Strette correlazioni tra l’energia ed il bene della vita nella prospettiva dello sviluppo sostenibile. prospettive giuridiche di crescita nel contesto socio economico evolutivo degli enti locali, con particolare riferimento alle città.

ABSTRACT:

Il presente elaborato si propone di verificare se il “diritto all’energia da fonti rinnovabili “ sia stato espressamente consacrato nella Carta Costituzionale della Repubblica Italiana quale bene primario o, per contro, possa ricavarsi indirettamente da altre sue disposizioni aventi analoga rilevanza primaria ed assoluta. Il risultato sarà, quindi, quello di analizzare anche le strette correlazioni od intrecci dell’energia con le recentissime modifiche apportate agli artt. 9 e 41 della Costituzione ed esaminare le possibili prospettive di sviluppo energetico sostenibile, anche in attuazione delle quivi indicate norme, con richiami alla transizione energetica attuata dalla Regione Puglia, anche in riferimento all’introduzione di “ smart grids”, cui si ricollega l’energy community” e del “reddito energetico”, valutandone benefici; introducendosi, da ultimo, spunti di riflessione a livello di formulazione di ipotesi guida in ottica di conseguimento di un ambiente sano e salubre con particolare attenzione al “governo locale e/o comunale”, dunque, alle città, che a parere dello scrivente costituirebbe la piattaforma base o di partenza quale parte di un più ampio contesto “ il pianeta “ per garantire il diritto alla salute, alla libertà ed alla dignità umana.

This paper aims to verify whether the “right to energy from renewable sources” has been expressly enshrined in the Constitutional Charter of the Italian Republic as a primary asset or, on the other hand, can be derived indirectly from its other provisions having similar primary and absolute importance. The result will therefore be to analyze the close correlations or intertwining of energy with the very recent changes made to Articles 9 and 41 of the Constitution and examine the possible prospects for sustainable energy development, also in implementation of the rules indicated here, with references to the energy transition implemented by the Puglia Region, also with reference to the introduction of “smart grids”, to which the energy community “and” energy income “, evaluating their benefits; finally introducing food for thought at the level of formulating guiding hypotheses with a view to achieving a healthy and healthy environment with particular attention to “local and / or municipal government”, therefore, to cities, which in the writer’s opinion would constitute the basic or starting platform as part of a wider context “the planet” to guarantee the right to health, freedom and human dignity.

Sommario: 1. L’energia rinnovabile e suo eventuale riconoscimento costituzionale. Modifiche agli artt. 9 e 41 della Costituzione e riflessione sul binomio energia – sviluppo sostenibile. 2. L’energia rinnovabile quale strumento imprescindibile per mitigare i cambiamenti climatici attraverso la riduzione efficace delle emissioni ad effetto serra. 3. Riferimenti al piano energetico della Regione Puglia, “smart grid e suoi benefici, “reddito energetico”. 4. Formulazione di proposte progettuali per l’attivazione di un piano di intervento urgente ed indifferibile nelle città in ottica di conseguimento di un ambiente socio-economico più efficiente dal punto di vista della transizione energetica, anche alla luce degli argomenti trattati.

  1. L’energia rinnovabile e suo eventuale riconoscimento costituzionale.

Da tempo l’Italia persegue il più ampio ricorso a strumenti che tutelino insieme, combinandole, transizione energetica e tutela dell’ambiente, conscia degli ormai benefici concreti insiti nella vasta diffusione delle rinnovabili connessi alla riduzione delle emissioni inquinanti da CO2 e climalteranti; condividendo l’orientamento comunitario di promuovere un “ Green New Deal “ inteso come patto verde che ponga al centro in stretta sinergia imprese e cittadini verso un’economia sostenibile e con impatto ambientale a “ zero emissioni inquinanti“ entro il 2050 attraverso la decarbonizzazione del tradizionale settore energetico legato ai combustibili.

Ne consegue che l’energia diviene nell’ambizioso progetto della Comunità Europea, tra gli altri, uno strumento fondamentale per attuare il cambiamento climatico verso una rivoluzione verde.

Ci si chiede allora se “ il diritto all’energia” in seno al citato percorso dinamico – evolutivo in itinere e, per essa, alle fonti rinnovabili abbia trovato un esplicito riconoscimento nella Costituzione Italiana tra i diritti inviolabili della persona umana. Allo stato quand’anche il “ diritto all’accesso all’energia” sia stato consacrato nella nuova rivoluzione copernicana in numerosi trattati internazionali e nella legislazione interna dei paesi membri nel perseguimento del citato fine, non può, tuttavia, affermarsi che esso abbia trovato un esplicito riconoscimento a livello costituzionale!

Eppure, se l’accesso all’energia è un elemento indispensabile per garantire il benessere dell’individuo e della collettività, esso dovrebbe essere qualificato alla stregua di un “ diritto fondamentale “ dell’individuo nell’esplicazione delle sue attività personali e sociali quale “ conditio sine qua non “ per il concreto ed effettivo esercizio e godimento di altri diritti umani, quali il diritto ad un migliore tenore di vita, alla salute ed al benessere proprio e della propria famiglia. In tale prospettiva, dunque, il “ diritto all’energia “ dovrebbe essere garantito e tutelato dallo Stato Italiano, che in conformità all’art. 3 della carta ha il “ compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando, di fatto, la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della personalità umana”. La diretta conseguenza dell’inclusione del “diritto all’energia” nel novero di quelli costituzionalmente garantiti è la creazione di una barriera invalicabile, oltre la quale il diritto non può essere compromesso, introducendosi così un obiettivo finale, cui tendere attraverso l’utilizzo di tutte le risorse umane e materiali disponibili. (1. spunti di riflessione da Autore A. GRIGNANI, Wolters & Kluvers, le comunità di energia rinnovabile: utile risorsa per il contrasto alla povertà energetica, Ambiente & Diritto, n. 2, 1 febbraio 2022, p. 113)

Tuttavia, la questione della consacrazione del “ diritto di accesso all’energia “ nell’ambito di quelli costituzionalmente garantiti aventi rilevanza primaria ed essenziale allo stato delle ultime modifiche apportate l’8 febbraio 2022 agli artt. 9 e 41 della Costituzione assume una connotazione oramai formalmente marginale, posto che l’energia, intendendosi quella ricavabile da fonti rinnovabili nella sua accezione più ampia come strumento primario per attuare la “rivoluzione verde” diviene l’indicatore programmatico “ principe”, cui tendere l’attuazione delle norme, quivi, citate su di un piano di intrecci individuali, collettivi ed economici.

In tale prospettiva, il nuovo comma dell’art. 9 della Costituzione disciplina “ la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge della Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Quello di cui all’art. 41 recita “ l’iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi ed i controlli perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali ed ambientali”.

Trattasi, dunque, di norme che nel nuovo divenire della coscienza sociale verso la tutela dell’ambiente sono intese ad attuare lo “ sviluppo sostenibile” che già nel decreto legislativo n. 152 del 03 aprile 2006 è definito come “ ogni attività umana giuridicamente rilevante, ivi compresa anche quella della pubblica amministrazione, che consenta che il soddisfacimento delle generazioni attuali non possa compromettere la “ qualità della vita “ e “ le possibilità delle generazioni future”; ovvero di norme che si inseriscono appieno nel programma di azione per il conseguimento degli obiettivi dell’agenda 2030.

Ne consegue allora che, allontanatisi da una visione socio – culturale incentrata sull’uomo quale custode del Creato per andare verso una nuova prospettiva “ biocentrica “, il focus si sposta inevitabilmente sulla sentita necessità di “ salvare il pianeta”, ove l’ecologia, la qualità della vita, la salubrità dell’ambiente ne divengono fini, cui tendere individualmente e socialmente.

Ed ecco che in tale prospettiva, che a parere dello scrivente non è più futura, ma attuale e contingente, entra in gioco, tra gli altri, quale strumento imprescindibile e primario per l’attuazione programmatica delle citate norme in ottica di tutela dell’ambiente “ L’ENERGIA ED IL SUO DIRITTO DI ACCESSO “, atteso che soltanto orientando le nostre scelte individuali, sociali ed economiche verso l’utilizzo sempre più crescente di fonti energetiche rinnovabili a livello globale, nazionale e locale sarà possibile conseguire il risultato finale di un “ ecologia verde”, tutelandosi la qualità della vita attuale e delle stesse generazioni future!

  1. L’energia rinnovabile quale strumento imprescindibile per mitigare i cambiamenti climatici attraverso la riduzione efficace delle emissioni ad effetto serra.

La lotta ai cambiamenti climatici dovuti all’emissione di gas ad effetto serra è il principale obiettivo che il nostro Pianeta si è prefissato di conseguire attraverso la cd. “ transizione energetica”.

Secondo ENEA il termine transizione energetica fa riferimento a “ un processo di trasformazione del quadro di soddisfacimento dei fabbisogni energetici verso soluzioni caratterizzate da un ridotto impatto ambientale (con particolare riferimento alle emissioni di gas climalteranti) e, più in generale, da una maggiore sostenibilità. Caratteristiche fondamentali di questo processo sono la transizione verso un portafoglio di fonti energetiche prevalentemente basate sull’utilizzo di risorse rinnovabili, la diffusione di soluzioni di efficienza in tutti gli utilizzi dell’energia e, infine, la disponibilità di soluzioni di cattura e sequestro dell’anidride carbonica, che rendano possibile l’utilizzo sostenibile delle fonti fossili”. Riassumendo, la transizione energetica che stiamo vivendo in questi anni prevede il passaggio da un mix energetico centrato sui combustibili fossili a uno a basse o a zero emissioni di carbonio, basato sulle fonti rinnovabili.

Il climate change è la ragione principale che sta spingendo l’attuale transizione: la combustione delle fonti fossili di energia (carbone, petrolio e gas naturale) causa infatti l’emissione in atmosfera di anidride carbonica e dei gas ad effetto serra. Questi gas sono in grado di aumentare la capacità dell’atmosfera terrestre di trattenere l’energia ricevuta dal sole, innescando un aumento della temperatura e il cambiamento del clima. Attualmente, quando si parla di transizione energetica, intendiamo unicamente il percorso in atto verso un sistema energetico green e a zero emissioni. ( 2, sito “ energy up. Tech, sostenibilità, transizione energetica, cos’è e come avviene, 13 aprile 2022).

L’Unione Europea è una delle potenze economiche più dinamiche nella lotta alle emissioni di gas serra. Nel 2019 aveva già ridotto le sue emissioni di gas serra del 24 % rispetto ai livelli del 1990, dimostrando di essere sulla buona strada verso il conseguimento dell’obiettivo stabilito nel protocollo di Kyoto di ridurre le emissioni del 20 % entro il 2020. Nel dicembre 2019 la Commissione europea ha presentato il Green Deal europeo e propone ora un pacchetto di misure volte a fissare obiettivi più ambiziosi in termini di riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030 e a decarbonizzare l’economia dell’UE entro il 2050, conformemente all’accordo di Parigi. Per favorire un percorso equilibrato verso la neutralità dell’UE in termini di emissioni di carbonio entro il 2050, nell’aprile 2021 la Commissione ha convenuto di innalzare dal 40% al 55% il precedente obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. L’accordo di Parigi mira a mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C e, se possibile, a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. A tal fine, le parti si propongono di stabilizzare quanto prima le emissioni di gas a effetto serra a livello mondiale e di conseguire l’azzeramento delle emissioni nette nella seconda metà del secolo. Le fonti di finanziamento devono perseguire tali obiettivi. Per la prima volta tutte le parti devono compiere sforzi ambiziosi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra seguendo il principio delle responsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità, vale a dire in base alle rispettive situazioni e alle possibilità di cui dispongono. Ogni cinque anni tutti i paesi devono rinnovare e aggiornare i propri piani d’azione in materia di clima (contributi determinati a livello nazionale) e comunicarli in modo trasparente onde consentire la valutazione dei progressi collettivi ( bilancio globale ) ( 3. note sintetiche sull’Unione europea – 2021, sito www.europarl.europa.eu/factsheets/it, autore G. Amanatidis ).

La scienza offre dati certi, proiezioni di scenari futuri studiati attentamente. Il cambiamento del clima non aspetta e non si ferma. Serve un cambiamento culturale forte, un vero e proprio mutamento di paradigma per tradurre in realtà ciò su cui tutti ormai sono d’accordo.

La strada da percorrere per la decarbonizzazione è chiara e si chiama transizione energetica: il passaggio da un mix energetico incentrato sui combustibili fossili a uno a basse o a zero emissioni di carbonio, basato sulle fonti rinnovabili. Le tecnologie per la decarbonizzazione ci sono, sono efficienti e vanno scelte a tutti i livelli.  E un grande contributo alla decarbonizzazione arriva dall’elettrificazione dei consumi finali. Si tratta di rimpiazzare in tutti i settori – dalle abitazioni ai trasporti, compresi quelli a lunga percorrenza, fino all’industria pesante – le tecnologie basate sui combustibili fossili con quelle che utilizzano l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili in tutti i settori, ottenendo non solo l’abbattimento delle emissioni a effetto serra, ma anche dell’inquinamento atmosferico, in particolare, nelle città.

Di certo, la “transizione energetica” non esaurisce il novero degli interventi programmatici tesi alla tutela dell’ambiente, dovendo concorrere, intrecciandosi correttamente, con politiche nazionali, regionali e comunali efficaci ed incisive, in grado di accompagnare, previa adeguata sensibilizzazione delle coscienze sociali, cittadini ed imprese territoriali nel percorso decisionale di transizione ecologica. Raccomandandosi un approccio allo sviluppo sostenibile basato prevalentemente sulle “ città “, fulcro della vita economica, culturale e sociale. Se si considera, difatti, che quattro miliardi di persone popolano le città nel mondo e che secondo la Banca Mondiale nel 2050 saranno il doppio, ben si comprende come lo sviluppo sostenibile delle città sia la chiave di svolta per porre le basi di un futuro vivibile ( le generazioni future ) dell’ecosistema urbano.

  1. Riferimenti al piano energetico in itinere della Regione Puglia, “ smart grids e suoi benefici in riferimento alle “ energy community”, suoi benefici e “ reddito energetico”.

In questa prospettiva di rilancio dell’ecosistema attraverso una efficiente politica energetica si inserisce la Regione Puglia, leader in Italia per la produzione da energia fotovoltaica ed eolica, avendo ricoperto già nel 2019 ben il 52% dei propri consumi elettrici con energie rinnovabili a fronte di una media nazionale del 34% ( fonte ISTAT, BES, gennaio 2021 ).

La Regione Puglia partecipa al raggiungimento di detti obiettivi attraverso la Pianificazione Energetica Ambientale Regionale e, in concreto, attraverso il corretto svolgimento dei processi autorizzativi delle FER, nonché a mezzo della partecipazione ad iniziative pubbliche finalizzate ad ospitare progetti di investimento in aree industriali dismesse o comunque idonee per la creazione di centri di produzione, distribuzione e impiego su scala locale di vettori energetici sostenibili, quali l’idrogeno.

La Regione Puglia ha costruito un ecosistema regionale dell’idrogeno completo in termini di ricerca e sviluppo, trasferimento tecnologico, sistema manifatturiero, creando una vera e propria Strategia dell’idrogeno. In tale ambito particolare la Regione Puglia ha provveduto a legiferare con la Legge n. 34 del 25/7/2019 per sostenere una economia basata sull’idrogeno, ha costruito un ecosistema regionale dell’idrogeno completo in termini di ricerca e sviluppo, sistema manifatturiero attivo negli ambiti della produzione, della mobilità e degli usi industriali. Al fine di far ulteriormente crescere il sistema regionale, cogliendo opportunità nazionali e non, con D.G.R. n 547 del 6 aprile 2021 la Giunta ha promosso la costituzione di un Gruppo di Lavoro Interdipartimentale sull’idrogeno, cui affidare il compito di definire una Strategia Regionale per l’Idrogeno, quale quadro di riferimento e di istituire l’Osservatorio Regionale sull’Idrogeno. Con il medesimo provvedimento la Regione ha espresso la volontà di candidare la Puglia per ospitare la sede del “Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l’Idrogeno”, inizialmente previsto nella proposta di Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) e non confermato nella versione definitiva approvata dalla Commissione Europea.

Promuovendo poi l’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati come prima forma di riduzione dei livelli di consumo ed ottimizzazione dell’uso delle fonti di approvvigionamento ed impiego dell’energia, nonché la costituzione di “ comunità di energia rinnovabile “, nel cui ambito si inserisce il “ reddito energetico regionale” istituito con legge regionale n. 42 del 2019, strumento di incentivazione sotto forma di bonus messo a disposizione dei nuclei familiari in condizioni di disagio socio – economico, il cui Isee non superi €. 20.000,00 per l’acquisto e l’installazione, previa sottoscrizione di apposita convenzione con il GSE ( Gestore Servizi Energetici ) di energia elettrica e termica alimentati da fonti rinnovabili.

Sempre nell’ambito delle misure adottate per la transizione energetica la regione Puglia ha previsto un sistema di incentivazione finalizzato alla redazione dei PAESC per comuni aderenti al patto dei Sindaci per il clima e l’energia; iniziativa, quella dei PAESC adottata con la DGR n. 349/2022, che prevede l’erogazione sotto forma di voucher che la stessa erogherà a supporto dei firmatari del nuovo Patto dei Sindaci C&E nell’ottica di mettere in campo esperienze ed informazioni disponibili per adeguare od elaborare piani di azione comuni per l’energia sostenibile ed il clima in stretta sinergia con glie Enti Locali.

Inoltre, attraverso l’avviso pubblico per la selezione di interventi finalizzati alla realizzazione di sistemi intelligenti di distribuzione dell’energia elettrica la Regione Puglia sostiene le pubbliche amministrazioni degli enti Locali nell’implementazione di “ smart grids “, micro reti elettriche per distribuire energia in modo efficiente sostenibile, economicamente vantaggioso e sicuro. Trattasi, in definitiva di promuovere lo sviluppo di nuove forme di distribuzione dell’energia da FONTI RINNOVABILI, al fine di incrementare l’affidabilità e la qualità nella fornitura dell’energia elettrica, nel senso di minimizzare sovraccarichi e variazioni della tensione elettrica, riducendosi l’emissione di CO2 responsabile dell’inquinamento atmosferico.

Le reti elettriche intelligenti prevedono, tra l’altro, a differenza di quelle tradizionali di tipo “ unidirezionale” ( la distribuzione, cioè, avviene direttamente dal fornitore all’utente finale possibile grazie a una rete di trasmissione a grande distanza e ad alta tensione. Essa attraverso l’apposita rete viene attuata dalle linee a media (MT) e bassa tensione (BT). L’interfaccia tra la rete elettrica di trasmissione e quella di distribuzione è costituita da cabine primarie di trasformazione da alta o altissima tensione a media. In pratica, la rete elettrica di potenza collegata a centrali elettriche che producono energia elettrica la trasporta ad alta tensione attraverso la rete di trasmissione fino a cabine elettriche di trasformazione a MT EBT e da qui fino ai centri di domanda attraverso le linee di distribuzione che raggiungono i singoli clienti/utenti finali ) la bi-direzionalità dell’energia, potendo l’utente finale riceverla, ma anche immetterla nel sistema, quando in eccesso, redistribuendo il flusso in tempo reale a seconda degli effettivi bisogni. Questo significa che l’energia elettrica può essere anche immessa nella griglia degli utenti finali stessi sia attraverso generatori di energia come gli impianti fotovoltaici, sia da sistemi di accumulo di energia elettrica, come i veicoli elettrici.

Con le “ Smart Grids “ diventa poi centrale la figura del cd. “ prosumer”, ovvero un consumatore/produttore che consuma ed al tempo stesso produce la propria energia re-immettibile nel flusso della rete, utilizza sistemi intelligenti per incrementare l’efficienza energetica della propria utenza in modo da ottimizzare i consumi e poter rendere disponibile in maniera efficiente l’energia che produce ad altri utilizzatori finali.

Sono diversi gli enti normatori, gli istituti di ricerca riconosciuti che a livello internazionale si occupano dell’argomento. In particolare gli enti protagonisti nel settore elettrico sono a livello internazionale l’IEC (International Electrotechnical Commission) e, a livello Europeo, il CENELEC (Comité Européen de Normalisation en Electronique et en Électrotechnique), che influenzano direttamente le normative nazionali in Italia con il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano). A seguito delle azioni di coordinamento avviate dalla Commissione Europea è sorto lo Smart Grid Coordination Group (SGCG), definito anche come Coordination Group on Smart Energy Grids (CG-SEG), costituito da CEN, CENELEC ed ETSI (European Telecommunications Standards Institute) in risposta al mandato della Commissione Europea M/490 per promuovere lo sviluppo delle smart grid in Europa. Lo scopo di questo mandato era promuovere una visione europea sulle smart grid, condivisa nei diversi Paesi UE e da tutti gli attori del sistema elettrico. Il primo passo per lo sviluppo di una visione condivisa è la definizione di un linguaggio comune, che possa permettere funzionalità e un adeguato livello di sicurezza. A questo scopo il Gruppo ha promosso l’inter-operabilità per lo sviluppo e la convergenza di standard europei e nazionali con l’obiettivo di elaborazione di normative internazionali comuni per le reti energetiche intelligenti. Con l’intento di consentire un quadro coerente, i gruppi di lavori delle smart grid (coperti dal Mandato M/490) sono coordinati con altre attività normative attualmente in corso, come quelle sui contatori intelligenti (smart meter) e sui veicoli elettrici (coperti rispettivamente dai mandati M/441 e M/468). La partecipazione italiana allo SGCG è stata coordinata dal Gruppo di lavoro nazionale del CEI con il CT 313 (Smart Grid) ed E-Distribuzione, che hanno contribuito attivamente alle diverse commissioni di lavoro.

Le Smart Grids generano poi le “ energy community “, che ne costituiscono elementi costitutivi nelle applicazioni tipiche connesse alla rete pubblica; individuandosi quali categorie di utenze interessate a costituirsi parte di una EC una molteplicità di soggetti, tra i quali possono inquadrarsi condomini, complessi residenziali in genere, piccole e medie imprese, centri commerciali, complessi ospedalieri.

In definitiva la realizzazione di “ energy community” strettamente collegata alla rete elettrica pubblica consente di poter realizzare i seguenti benefici A) riduzione spesa per approvigionamento energetico, B) ottimizzazione del profilo di prelievo dell’energia dalla rete, C) miglioramento ed efficienza della qualità della fornitura, D) miglioramento affidabilità della fornitura, E) riduzione di emissione di gas serra. ( 4. la presente elaborazione è tratta da uno studio condotto sul sito “ Lumi” del 25 aprile 2019, autore A. Ballocchi, Smart Grids, Por Puglia 2014-2020 )

Dunque, ripercorrendo i punti cardine del presente elaborato, la sensibilizzazione e la progressiva attivazione delle coscienze individuali e sociali verso l’utilizzo di fonti da energia rinnovabile consentirà di migliorare la qualità della vita attraverso una effettiva “ tutela dell’ambiente”.

  1. Formulazione di proposte progettuali per l’attivazione di un piano di intervento urgente ed indifferibile nelle città in ottica di conseguimento di un ambiente socio-economico più efficiente dal punto di vista della transizione energetica, anche alla luce degli argomenti trattati.

Con il presente elaborato lo scrivente si propone di formulare alla stregua delle conoscenze rinvenienti dalla trattazione degli argomenti di cui ai precedenti paragrafi delle linee progettuali o, più semplicemente, un’idea programmatica in riferimento specifico alle “ CITTA”, fulcro e piattaforma particolare del più ampio contesto “ il Pianeta” per la transizione energetica e, per essa, per la rivoluzione ecologica dell’ambiente. Di certo, per quanto innanzi evidenziato, la transizione energetica non costituisce l’unico strumento per attuare quella ecologica, necessitandosi di ulteriori elementi di intervento programmatici, anche da parte degli ENTI LOCALI, tesi al miglioramento della stessa qualità della vita e dell’ambiente stesso.

  1. adeguata sensibilizzazione attraverso la creazione di un team di professionisti od esperti delle coscienze individuali e sociali verso la tematica de “ la tutela dell’ambiente e suoi rischi”, posto che la sua conoscenza propedeutica diviene essenziale, affinchè i cittadini, spesso scevri da ogni forma di consapevolezza, possano maturare la propria decisione di percorrere insieme un cammino verso un’ecologia globale; non potendosi affrontare il problema della transizione energetica con i suoi inevitabili benefici, se prima non si pongono le basi conoscitive del problema. E tale percorso potrà avvenire, in primis, attraverso forme di insegnamento e/o di sensibilizzazione nelle scuole primarie e secondarie, ove i più giovani già inclini ad un processo di maturazione, potranno apprendere i rischi e le difficoltà dell’ambiente, in cui vivono e, di riflesso, riferire ai propri genitori e questi ai loro amici, diffondendosi così la cultura dell’ambiente. Così per es. far comprendere ai più giovani che l’acquisto di una mini – car e poi di un’automobile non devono essere più dei traguardi spesso “ modaiuoli” da conseguire, ma dei semplici strumenti di trasporto da utilizzare per determinate necessità variamente individuabili, promuovendosi così l’utilizzo delle biciclette elettriche nelle città e/o di monopattini. Soltanto così potrà intervenirsi efficacemente nella stessa riduzione di CO2, cui il Pianeta ormai tende. In tale ambito un ruolo da protagonisti giocano i Comuni, i quali, anche attraverso sovvenzioni, potranno istituire presso le scuole delle ore infra-settimanali per un’educazione civica dell’ambiente e dei benefici conseguenti all’utilizzo di fonti da energia rinnovabile.

  2. Promuovere lo sviluppo e la conoscenza effettiva degli incentivi posti a disposizione dello Stato e delle Regioni per l’acquisto e l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Spesso i costi ancora proibitivi per determinati nuclei familiari e per il settore economico ed industriale non consente di muoversi in questa prospettiva di crescita energetica. E così, a titolo esemplificativo, il “ reddito energetico” è uno strumento efficace per partecipare ai bandi di erogazione di bonus per l’acquisto e l’installazione di impianti da fonti rinnovabili per quelle famiglie economicamente disagiate. Non potendo sottacersi che spesso tali strumenti non sono conosciuti dalla generalità dei consociati, se non da parte di una ristretta cerchia di operatori economici del settore. L’aspetto positivo si rinverrebbe nei minori costi dell’energia e nell’utilizzo dei risparmi conseguibili da parte delle famiglie. In questa prospettiva anche i Comuni potranno prevedere forme di agevolazione economica o attraverso l’erogazione di bonus o a mezzo di riduzione delle imposte per IMU, TARI per quelle famiglie che adottano impianti da fonte rinnovabile. In tal caso, sconti sulle tasse comunali consentirebbero ai nuclei familiari di optare per l’utilizzo di energia elettrica dalle suindicate fonti, compensando progressivamente il costo attraverso la riduzione delle prime.

  3. Individuazione da parte degli Enti Locali di apposite aree esterne alle Città nelle quali installare parchi fotovoltaici, solari ed eolici, a seconda della particolare conformazione e delle necessità da individuarsi, in grado così di alimentare la stessa rete elettrica cittadina e, per essa, il fabbisogno energetico delle famiglie residenti, commercianti, piccole e medie imprese, ospedali, che usufruirebbero di una riduzione del costo energia piuttosto notevole, con profitti da re-impiegare altrove. Tale approccio metodologico potrà avvenire, incoraggiando i Comuni alla sottoscrizione di bandi con la Regione di appartenenza per l’installazione di smart grids, cui collegare l’intera rete elettrica cittadina, creando poi delle stazioni di servizio da esse alimentate per la ricarica di auto elettriche e biciclette elettriche verso così la formazione graduale di una energy community. Spesso in conseguenza del caro energia si assiste nei Comuni ad una riduzione della potenza di energia elettrica dell’illuminazione pubblica con conseguenti potenziali pericoli per gli stessi pedoni. Collegare l’intera rete elettrica cittadina attraverso le smart grids a fonti di produzione di energia da “ rinnovabili” consentirebbe all’Ente Comunale di conseguire nel tempo dei notevoli risparmi, da riutilizzare nell’acquisto di biciclette elettriche per l’utilizzo da parte dei suoi residenti, incentivandoli gradualmente a lasciare le auto, anche per futili motivi, facendo ricorso all’interno delle città alle stesse. Non solo, ma i risparmi conseguibili consentirebbero ai Comuni di poter ridurre anche le imposte comunali per quei soggetti o nuclei familiari che decidano di investire nelle rinnovabili. Sollecitare in questo ambito anche l’avvio di mezzi di trasporto pubblico elettrici od a idrogeno. L’uso sempre più indifferenziato di biciclette e mezzi di trasporto pubblico e privato elettrici consentirebbe di ridurre nel tempo le emissioni di gas da CO2 ( al pari di quanto è avvenuto durante la pandemia, in cui l’aria più salubre era da tutti percepibile ). I Sindaci, poi, dal canto loro, si suggerisce, potranno costituire un team di tecnici del settore che, in periodi da definirsi, potranno misurare la qualità dell’aria nelle città, adottando nell’esercizio della propria potestà amministrativa “ ordinanze urgenti ed indifferibili per vietare e/inibire l’uso dei veicoli a motore termico in determinate ore o giorni della settimana, soprattutto in quelli non lavorativi, al fine di mantenere un livello qualitativo dell’aria accettabile. Codesta scelta all’inizio potrà apparire impopolare, ma nel tempo attraverso un mutamento delle tradizionali abitudini di vita di noi tutti si potranno ridurre le emissioni di CO2, che unitamente all’utilizzo di fonti da energia rinnovabile consentiranno in stretta sinergia di approdare verso la cultura dell’ambiente. Il percorso può essere attuato e va attuato se non si vuole che quelle modifiche costituzionali agli artt. 9 e 41 della Costituzione restino lettera morta.

1. Autore A. GRIGNANI, Wolters & Kluvers, le comunità di energia rinnovabile: utile risorsa per il contrasto alla povertà energetica, Ambiente & Diritto, n. 2, 1 febbraio 2022, p. 113

2. sito “ energy up. Tech, sostenibilità, transizione energetica, cos’è e come avviene, 13 aprile 2022

3. Autore G. AMANATIDIS, note sintetiche sull’Unione europea – 2021, sito www.europarl.europa.eu/factsheets/it,

4. spunti di riflessione tratti da uno studio condotto sul sito “ Lumi” del 25 aporile 2019, autore A. Ballocchi, Smart Grids, Por Puglia 2014-2020.